La Costiera Amalfitana nel fascino dell'inverno

Ovvero: “Il passo è breve e lo scalino alto… e tanto…”

Renato Fucini ha scritto: “Il giorno del giudizio, per gli amalfitani che andranno in Paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri".
Forse è per questo “sentirsi in Paradiso” che quando si parte si ha già voglia di tornare.
Costiera Amalfitana, già il nome evoca profumi, fragranze, colori e quel nonsochè di retrò che solo certe località un po’ magiche e permeate di leggende riescono a conservare. Gli stereotipi e i luoghi comuni inducono sempre chi non è mai stato in un luogo ad avvicinarsi con cautela, poi ci si immerge in questa atmosfera e si ha l’inconsapevole certezza che tutto “deve” essere esattamente così come è, non potrebbe essere diverso. Tra l’altro penso che l’inverno possa essere uno dei periodi migliori per assaporare e percepire le sfumature che rendono particolare un luogo come questo, lontano dal clamore e dall’inevitabile affollamento estivo. Certo mancherà la prorompente fioritura primaverile, i cieli tersi e il sole abbagliante, ma vedere un fascio di raggi dorati che dall’orizzonte si irradiano per incendiare di calda luce le montagne, vedere il colore del mare trascolorare fino ad un rosa violaceo, ti fa ringraziare tutto ciò in cui credi di esserci e ti fa capire perché fin dall’antica Grecia qui furono ambientate e fiorirono leggende e miti.
Comunque questo è lo spettacolo che ci è rimasto negli occhi il primo giorno e ci ha fatto dimenticare di colpo le tante ore di pullman e i tanti gradini che da MAIORI, poi MINORI, poi RAVELLO, ci hanno portato fino ad ATRANI.
Forse sarà un’impressione solo mia e non condivisa, ma salire tutti questi gradini faticosi (e tanti) è stato come lasciare la normalità della vita quotidiana ed entrare nella nostra dimensione di “turisti per caso ed escursionisti per vocazione” che usano piedi e testa anziché l’automobile.Si esce da un paese e sei già nell’altro, sei nella Piazza di Minori davanti al Duomo e dopo altre rampe di scale tra terrazze coltivate a limoni, monti dirupanti da una parte e mare dall’altra (sempre più lontano), ti ritrovi nella splendida piazzetta di Ravello illuminata ed “arredata” come un salotto.
Siamo in una delle località più “in” della Costiera, frequentata da nomi famosi, e modestamente da noi, un balcone sulla costa immerso in un paesaggio senza pari.
E’ buio ormai, ma uno sguardo ad alcuni parchi interni alle famose Ville di Ravello, è imperdibile, è come fissare un appuntamento per una futura visita diurna. Ora, torce alla mano, si scende gradualmente e sempre e rigorosamente su gradini, verso Atrani nostra meta finale che ci ospiterà per tutte e tre le sere di permanenza.
Atrani è il secondo paese più piccolo d’Italia ed è stato detto di recente che è una delle poche località rimaste incontaminate dal turismo e che sembra un presepe. Io ho visto un vissuto insieme di costruzioni che degradano verso la minuscola spiaggia e che circondano una piazzetta altrettanto minuscola, collegata alla spiaggia stessa da un volto che lascia intravedere una porzione di mare. E’ tutto talmente scenografico da sembrare finto, invece si respira un’atmosfera giovane e disinvolta, tanto che la piazzetta di Atrani è da alcuni "intenditori" preferita alla più celebre piazzetta di Capri proprio perché più autentica. Basta poco e ci si sente “a casa”.
Un piccolo promontorio la divide da Amalfi che si raggiunge tramite un camminamento (anzi un su e giù di gradini) in pochi minuti. All’epoca della grande Repubblica Marinara di Amalfi, ad Atrani risiedevano le famiglie più nobili e qui, nella chiesa di San Salvatore de Birecto (berretto dogale), venivano incoronati e seppelliti i Dogi.

Il secondo giorno uno splendido sole ci accoglie ed illumina la spiaggia vuota e in questa ritrovata solitudine viene voglia di sedersi sulla sabbia ed ascoltare le onde che portano voci lontane di pirati e di sirene.
Si parte verso AMALFI ed il suo splendido Duomo in stile arabo-siciliano che purtroppo non abbiamo il tempo di visitare, ma l’esterno è già appagante, è veramente un gioiello abilmente ricostruito dopo il crollo avvenuto nel 1800.
Importantissima Repubblica Marinara ebbe il suo massimo splendore nel XI secolo e nonostante i successivi secoli di decadenza e varie vicissitudini, il passato splendore ancora si percepisce e non è stato del tutto svilito dalle pressanti necessità moderne.
Gradualmente lasciamo il borgo marinaro e cominciamo ad addentrarci in quella che viene chiamata “La Valle delle Ferriere”, cambiamo mondo e dal brusio di luoghi troppo antropizzati, passiamo al silenzio di una valle selvaggia e apparentemente abbandonata. In realtà siamo in una Riserva naturale con sentieri che percorrono antiche vie, qui in passato l’uomo ha sfruttato l’acqua del torrente che sfocia ad Amalfi per produrre carta e ferro. Nella parte della valle più vicina alla cittadina troviamo i ruderi delle cartiere, mentre più in alto ci sono i resti delle Ferriere. Una conoscenza superficiale e stereotipata di questi luoghi mi hanno sempre fatto pensare alla Costiera Amalfitana come ad un luogo dedito al mare ed al turismo, con suggestivi borghi marinari da cartolina, e mi ritrovo in un retroterra degno delle nostre colline più selvagge con dei picchi montuosi dirupanti, degli orridi, delle caverne scavate nella roccia calcarea, delle “palestre di roccia” e dei monoliti degni delle nostre Alpi, con la differenza che nel giro di pochissimi chilometri si è già in spiaggia.
A metà percorso arriviamo in un paesino (PONTONE) carino, raccolto e rigorosamente dotato di scale, dove, complice l’esposizione verso il mare e l’irradiazione solare, le piante grasse sono ancora turgide e grosse margherite in fioritura, ma, per ricordarci che siamo nella zona dei presepi e vicini al Natale, in ogni anfratto è stato allestita una minuscola ma una scenografica rappresentazione all’aperto con “scale”, panni stesi, abitazioni rupestri ecc, ecc.
Il nostro percorso ora comincia a salire e le nuvole nel primo pomeriggio cominciano ad addensarsi coprendo e scoprendo le cime più alte e regalandoci giochi di luce che giocano a rimpiattino con il colore rosato della roccia e il verde ancora intenso della copertura boschiva. Troviamo uno spiazzo soleggiato per la sosta pranzo e riceviamo la visita di un bel branco di capre che timidamente ci sorpassano. Continuiamo quindi la nostra strada decidendo di dirigerci a PUNTA DELL’AGLIO per scendere poi gradualmente verso Atrani, ma la strada è ancora lunga e piena di attrattive.
Innanzitutto incontriamo un folto gruppo di ragazzi che si stanno cimentando su una parete diritta in una lezione di arrampicata, poi dopo un’altra breve salita, arriviamo ad una balconata panoramica dalla quale lo sguardo spazia su quella porzione di golfo che va da CAPO D’ORSO ad Amalfi ed oltre e su tutto spicca la macchia verde del Parco di Villa Cimbrone a Ravello e si possono vedere le GROTTE DI S. BARBARA scavate nella parte rocciosa del massiccio calcareo su cui sorge Ravello stessa.
Arriviamo a SCALA (il nome è di per se un programma) e finalmente una meritata sosta caffè nella classica piazzetta con tanto di Duomo, poi si scende a Pontone, si passa sotto i ruderi di S. Eustacchio che nel XII secolo era un importante centro di culto e gradualmente si ritorna ad Atrani in tempo per fotografare un magnifico e languido tramonto sul mare.

Terzo giorno: ci aspetta il SENTIERO DEGLI DEI.
Partiamo da VETTICA MINORE, poi sono 600 mt. di dislivello su scale fino ad AGEROLA. Partiamo con cappelli e giacche ed arriviamo in canottiera. E se qualcuno avesse mai pensato che il peggio fosse passato (come ci diceva il capo), si sarebbe sbagliato di grosso. Si scende nell’ORRIDO DI PINO, spettacolare solco scavato tra alte pareti di roccia, si sale a PINO con tonificante vista su un mare dal sapore estivo, si arriva a FURORE (parte alta del paese), poi si arriva a BOMONTE e finalmente comincia il Sentiero degli Dei.
Bello e spettacolare da ogni punto di vista, si è in alto (molto in alto) con pareti rocciose che strapiombano in mare, ma per mia fortuna dal sentiero non si vede, ed un panorama che abbraccia da POSITANO fino ai Faraglioni di CAPRI nella seconda parte, mentre nella prima parte sembra di essere su un sentiero alpino con tanto di monolite solitario sulla cima del quale il CAI di Napoli ha depositato una lapide commemorativa. Il tutto è veramente degno degli Dei dell’Olimpo.
Pian piano arriviamo a NOCEROLA dove finisce il sentiero, ora ci sono 1700 gradini per Positano, ma tra chiacchiere e risate arriviamo nel borgo e ci disperdiamo per le viuzze ed i tanti negozi.
Giornata bellissima, impreziosita dal sole e rinfrescata da un po’ di nuvole che insieme ci hanno offerto un tramonto su Positano degno delle migliori sceneggiature cinematografiche.

Quarto ed ultimo giorno: Il cielo è grigio e sconsiglia la salita al Monte dell’Avvocata, per cui si decide di turisteggiare per Ravello. Abbondante e rilassante colazione, poi giro delle Chiese e alle Grotte di S. Barbara, per finire a Villa Cimbrone (solo in 5), che sorge in un luogo magnifico noto per la sua bellezza fin dal tempo dei romani. In auge e famosa per molti secoli, cadde in abbandono, ma risorse dalle sue ceneri grazie ad un nobile inglese il cui sogno era di far rivivere la villa e farne “il luogo più bello del mondo” fondendo sapientemente alcune preesistenze rinascimentali con la concezione estetica e paesistica inglese.

Si riparte verso casa e già si pensa a nuove avventure. Questi quattro giorni sono stati per me, una bellissima esperienza in luoghi tanto spesso decantati e famosi, ma mai visitati; abbiamo potuto godere di quella atmosfera più intima, silente e pigra che invade in inverno le località di mare votate al turismo, abbiamo visto luoghi raggiungibili solo a piedi e quindi fuori dalle normali rotte turistiche, abbiamo suscitato la curiosità di molte persone nel vedere un colorato gruppo di gente (oltretutto italiani) con tanto di zaino, scarponi e bastoncini e magari in maglietta, mentre loro indossavano pesanti giacche imbottite, stivali ecc. o come quel ragazzo che simpaticamente e in puro dialetto locale (purtroppo non so scriverlo) disse: "questi hanno sbagliato posto, qui c’è il mare".

Totale Km percorsi in 2 giorni interi e due mezze giornate circa 40, gradini migliaia, ma li rifarei tutti.
5-8 dicembre 2009

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