La Scozia a nostro modo

Girarla con i mezzi pubblici? Si può!

Quest’anno io e la mia compagna Tamara abbiamo deciso di scoprire la Scozia, tutti gli alberghi sono stati prenotati da Roma via Internet e dato che avevamo deciso di viaggiare con i mezzi pubblici locali avevamo tutti, o quasi, gli orari ed i prezzi dei treni e dei traghetti tratti dal sito VisitScotland.
Il viaggio è stato fatto tra il 9 ed il 24 agosto 2010.

Da non perdere

EDIMBURGO
Arriviamo ad Edimburgo e la città ci accoglie con la pioggia, dico subito che la pioggia che spesso incontreremo è come una pioggerellina di marzo, ma di questo, come di altro, parleremo nelle conclusioni.
Edimburgo, è una città ricca di cultura e di monumenti, dove la maggior parte degli edifici hanno un’architettura semplice in pietra con tetti in ardesia che ti fanno sentire in un’altra epoca, molto vivibile, non caotica e decisamente tranquilla.
Inoltre, la città è ricca di pub dove cenare ed ascoltare buona musica, ampi spazi di verde, puliti e con comode panchine in legno dove godersi la tranquillità del parco.
Soggiorniamo al Grassmarket Hotel, nell’omonimo quartiere adibito a isola pedonale, l’albergo da non consigliare non minuziosamente pulito e senza ascensore; ma situato in posizione assai strategica, proprio alle spalle della mitica Royal Mile, del castello e a due passi dalla stazione ferroviaria e del terminal dei bus.
Appena sistemati in hotel, ci tuffiamo subito nel Royal Mile, la strada che unisce il castello con la residenza estiva dei reali di Inghilterra la Holyroodhouse.
In questo periodo dell’anno a Edimburgo c’è il festival frenge, degli artisti di strada, infatti buona parte della strada è isola pedonale dove si esibiscono, dai mimi ai cantanti di lirica, blues, country eccetera, si incontrano piccole compagnie che sponsorizzano il loro spettacolo che va in scena nei tanti teatrini off, e ancora giocolieri e maghi improvvisati, insomma un bel calderone di personaggi stravaganti.
A Edimburgo da non mancare è una visita alla cattedrale di S. Giles, proprio sulla Royal Mile, come pure la visita alla citata Holyroodhouse, ma soprattutto, specie se come noi andate in agosto, appuntamento immancabile è la Military Tattoo, parata di bande militari scozzesi che si esibiscono di sera davanti al castello variamente illuminato le cui cornamusa toccano l’animo, infine Calton Hill una collina da dove si può godere un panorama mozzafiato su Edimburgo.
Fuori Edimburgo abbiamo vistato la zona delle Bordes, località dove sorge l’abbazia cistercense di Melrose e la Rosslyn Chapel ricca di fascino esoterico e salita alla ribalta perché citata nel libro di Dan Brown il Codice da Vinci e set cinematografico dell’omonimo film.

INVERNESS
Con un treno lasciamo Edimburgo in direzione Inverness.
Il viaggio è bellissimo, ci inoltriamo nelle Highlands ed il paesaggio è stupendo.
Inverness è una ridente cittadina, molto ben curata adagiata sulle sponde del fiume Ness, soggiorniamo in un B&B che vi consigliamo è il Whinpark Guesthouse, camera eccellente con bowindow e ottime colazioni, a due passi dal centro e molto vicino alla stazione ferroviaria ed al terminal dei bus.
Oltre la visita alla gradevole e pulita cittadina è d’obbligo la visita al castello di Urquhart adagiato su una piccola collina sulle sponde del mitico Loch Ness.
Benché siano rimaste delle spoglie rovine si respira un’aria di nobili tradizioni scozzesi, la vista dalla torre, una delle poche costruzioni ancora vagamente intatte, sul Loch Ness è stupenda, il lago è a perdita d’occhio con le sue sponde quasi a picco sull’acqua che riflettono il verde delle colline adiacenti.

ISOLA DI SKYE
Lasciamo la sorridente Inverness ed in treno raggiungiamo Kye of Loshals, attraversando le Highlands più a nord.
Lo spettacolo, lungo tutto il tragitto, è assicurato ed è fatto da altopiani verdeggianti impreziositi dall’erica violacea in fiore, laghi incastonati tra colline da cui scendono, come nastri d’argento, cascate di ruscelli, che a loro volta costituiscono laghi e laghetti dalle acque grigie, blu e verdi, le nuvole basse, che corrono veloci, completano la scenografia.
Ma i veri abitanti delle Highlands sono gli animali, attraverso i finestrini del treno vediamo, oltre a pecore e mucche in quantità industriali, cervi, daini e lepri.
Che spettacolo, tutto da gustare, comodamente seduti nei treni della Scotrail su morbidi sedili imbottiti e con braccioli.
Arriviamo a Kye of Loschals e dal treno con due passi arriviamo al terminal dei bus, poco dopo il bus parte e tramite un ponte futurista approdiamo all’isola di Skye, scrigno dalla natura incontaminata, soggiorniamo a Broadford al Dunollie Hotel, l’unico in zona, con camera con vista sull’oceano e letto king-size.
Il giorno dopo, sempre con un bus di linea, facciamo il giro (diciamo da capolinea a capolinea) della penisola settentrionale dell’isola di Trotternish ed anche qui, tenuto conto che la strada è strettissima - è l’unica che c’è - ed il mezzo va lento, ci gustiamo così ogni piccolo angolo, ogni scorcio della penisola, è un continuo alternarsi di scenari impedibili, da cartolina.
Una sosta a Portree, uno dei porticcioli dell’isola, è obbligatoria dove ci imbarchiamo per una gita in barca e facciamo incontri ravvicinati con le aquile di mare e con le foche, tutto intorno natura intatta e mare dai mille colori.

FORT WILLIAM
Lasciamo Broadford con un l’ennesimo mezzo di linea e ci dirigiamo ad Armadale, altro porticciolo di Skye, ci imbarchiamo su un traghetto che in quindici minuti ci porta a Maillag, da lì con il treno, percorrendo il tratto ferroviario del Glenfinnan con il mitico ponte inquadrato nel film di Harry Potter, arriviamo a Fort William altra ridente cittadina, soggiorniamo in un B&B che raccomandiamo è il 6 Caberfeidh, anche qui camera con bowindow e ottime colazioni, a due passi dalla High Street unica strada importante del borgo marino dove ci sono pub, ristoranti, negozi e supermercati buoni per comprare un panino da imbottire con prosciutto cotto e birra, Guinness, ovviamente.
Fort William situata alla fine di uno dei tanti fiordi che caratterizzano le coste scozzesi, di per sé non è che sia proprio il massimo, ma è l’ideale, per riposarsi con passeggiate sul lungomare e buona per fare un’escursione nella vicina montagna di…dove si sale anche con la cabinovia per una ventina di minuti sul monte da dove si gode un panorama stupendo e si respira un’arietta ossigenata.

OBAN
Lasciamo Fort William e in treno arriviamo a Oban, altro porticciolo sulla costa scozzese, anch’essa situata alla fine di un fiordo.
Oban ci serve per fare l’escursione all’isola di Mull e da lì all’isola di Iona, autentico paradiso naturale e spirituale.
Partiamo la mattina presto su un traghetto che ci porta in quarantacinque minuti a Mull da lì un bus, sempre pullman granturismo con poltrone imbottite, ci porta dall’altra parte dell’isola.
Anche qui la strada è strettissima a doppio senso e spesso ci si ferma per far passare le macchine che vanno in senso contrario e questo fa si che l’andamento è da crociera lungo questi incantevoli boschi, praterie di un verde smeraldo che illumina lo sguardo.
Da lì prendiamo un traghettino che ci porterà a sua volta in 5 minuti a Iona.
Iona, mitica isola esterna sull’oceano atlantico, una manciata di case, pecore, mucche e gabbanelle di mare, poi il silenzio rotto solo dal soffio del vento, tutto intorno colline basse e verde smeraldo, sullo sfondo l’affascinante Abbazia ancora attiva che sorveglia il mare antistante.
Rimaniamo a Iona fino a che possiamo, sacrifichiamo pure la visita all’isola di Mull, ma Iona ci ha riempito lo spirito di pace, gli occhi con i suoi colori e le orecchie con il soffio del suo fresco e profumato vento.
Merita una menzione un pub, il Lorne Bar, che cucina esclusivamente pesce dove abbiamo deliziosamente cenato con ottimi gamberi e salmone affumicato.
Il viaggio è quasi alla fine a mezzogiorno e dieci un treno ci riporterà a Glasgow, anticamera del rientro a Roma.
Come sopportare il quasi epilogo del nostro viaggio? Semplice.
Il giorno prima avevamo messo gli occhi su una specie di capanno che fuori aveva delle panche di legno, la cui insegna pitturata sul portale era inequivocabile: “Local Shellfish”, ci torniamo, sta proprio lì al porto a due passi dalla stazione, saranno state si e no le 11.30 del mattino, ma a questo tipo di pranzo non serve la fame: ordiniamo ostriche, granchi giganti, scampi, gamberi e un sautè di cozze, vongole e saint jacques freschissime …al pensiero abbiamo ancora l’acquolina in bocca…

GLASGOW
Arriviamo a Glasgow e la pioggia la fa da padrona.
Glasgow è una città industriale, c’è poco da visitare, ma vale la pena passarci per vedere la spettacolare cattedrale di S. Mungo la meglio conservata della Scozia prettamente in stile gotico, una vera bellezza, e per fare un salto a Stirling dove c’è uno dei castelli meglio conservati della Scozia.

CONCLUSIONI
A nostro parere la Scozia è, per lo spicchio di mondo da noi visto, a livello di paesaggio una delle più belle regioni da noi visitate, specialmente le Highlands, che hanno una natura dominante e incontaminata.
Gli scozzesi sono molto cordiali e socievoli.
I mezzi di trasporto, che sono economici, sono tutti, dico tutti, confortevoli e puntuali, puliti, con sedili imbottiti ricoperti di stoffa, aria condizionata e strettamente collegati tra di loro, infatti dietro ogni stazione ferroviaria c’è un terminal dei bus urbani e interurbani e, laddove c’è un porto è sempre molto vicino alla stazione ferroviaria e quindi al terminal dei bus, ed è per questo motivo che non abbiamo mai avuto l’esigenza di prendere auto a noleggio.
Per quanto riguarda il mangiare, nei pub si risparmia di certo e si trova manzo, agnello, pollo e pesce (rigorosamente fritto e con poca scelta), tutte le pietanze sono piatti unici e quindi sono sempre accompagnati da contorni. I prezzi oscillano tra le 7 e le 9 sterline a pasto, ci sono anche ottime catene di ristoranti cinesi a buffet dal costo medio di 8 sterline a pasto.
Per dormire si spende mediamente attorno alle cento euro a notte in buoni alberghi o B&B con tipica colazione scozzese fatta di uova, pancetta, verdura, fagioli, salsicce, toast, ottima per affrontare la giornata e svoltare il pranzo con un panino preso nei supermarket.
Diciamocelo, la cucina almeno nei posti a prezzi convenienti è scarsa e intrugliata delle loro salse o cipolle quando non sono peperoni crudi, abbiamo avuto difficoltà per farci fare una banalissima insalata di pomodori e carote… beh, si sa, non si può avere tutto e poi la cucina italiana è dichiarata la migliore nel mondo in senso assoluto, comunque quindici giorni si sopravvive.
Comunque nei posti di mare si trova anche dell’ottimo salmone affumicato, cucinano il maccarello e poi con un pizzico di fortuna, come sopra descritto, abbiamo trovato anche una crostaceria.
Dicevamo all’inizio della pioggia, è abbastanza costante, almeno ad agosto, anche se siamo stati fortunati ad avere cinque giorni di sole pieno, ma è una pioggerella nebulizzata che dura quindici/venti minuti che quasi non ti bagna e poi sarà che c’è tanto da osservare che diventa parte dello splendido paesaggio e non ti disturba.
Arrivederci al prossimo viaggio.

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