Savogno, paese fantasma

In Val Chiavenna per un’escursione nella natura

Partiamo con il pullman noleggiato alle sei del mattino, ancora assonnati ma desiderosi di cominciare la nostra piccola avventura con la speranza che le condizioni meteo possano cambiare: piove e fino a qualche minuto fa nevicava anche, non certo il tempo migliore per camminare in montagna!
Siamo un gruppo di circa 30-35 persone di tutte le età (ci sono un paio di bambini ma anche pensionati) e condividiamo l'amore per la montagna e per il trekking e grazie all'organizzazione del gruppo (G.E.S.) riusciamo, una quindicina di volte l'anno a metterci lo zaino sulle spalle, abbandonare la comodità dell'auto e affidarci a gambe e scarponi.
La destinazione di oggi è Savogno, un paese "fantasma" della Val Chiavenna; per raggiungerlo dobbiamo costeggiare tutto il Lago di Como, sul ramo di Lecco, e una volta giunti all'inizio del bacino proseguire fino ad imboccare la splendida valle, nostra destinazione. La Svizzera è lì vicina, e a non più di 20 chilometri c'è la mondana St-Moritz: se il tempo fosse inclemente sapremmo dove rifugiarci!
Il nostro cammino comincia in un piccolo paese subito dopo l'abitato di Chiavenna (che dà il nome alla valle che lo ospita), ai piedi di una imponente cascata. Il sentiero che percorreremo per giungere alla nostra meta appare subito piuttosto duro soprattutto per gambe non allenate: come poi impareremo guardando anche le costruzioni lungo il cammino e nei paesi che visiteremo, tutto da quelle parti è costruito con pietra, spesso utilizzata insieme a legname e quasi mai fissata con malta, e la nostra "strada" non fa eccezione! Si tratta infatti di una interminabile serie di gradini irregolari costruiti proprio con pezzi di ardesia che vanno a formare una lunghissima scala, piuttosto ripida, che conduce, lenta, fino alla nostra meta.
Chi ha esperienza di trekking saprà che il fatto di salire una scala è decisamente più faticoso che percorrere un sentiero "normale"; le articolazioni del ginocchio lavorano moltissimo e non salendo con i muscoli delle gambe (utilizzati meno in questo caso!) il senso di fatica è maggiore; Inoltre un sentiero a gradini ha lo svantaggio di imporre un passo da seguire e questo implica uno sforzo maggiore per chi lo percorre. Non c'è quindi da meravigliarsi se la salita di un'oretta e mezza si rivelerà per molti parecchio faticosa e le gambe se ne ricorderanno anche nei giorni a seguire...
Gli oltre 2800 gradini da scalare, però, si inerpicano in mezzo ad un bellissimo bosco costituito in gran parte da castagni e costellato dai primi fiori che segnano il passaggio fra inverno e primavera, quindi la salita anche se a tratti difficile, è comunque un piacere! L'atmosfera è ovattata anche per via delle basse nuvole che, pur non limitando molto la nostra visibilità, coprono e scoprono dettagli e scorci di bosco e panorama.
E ad amplificare ancor più la bellezza del cammino, circa a metà della salita, ci accompagna una nevicata fine e non molto insistente che però comincia a rinfrescare il manto bianco di qualche centimetro sul quale cominciamo a camminare; il cammino si fa ancora più difficile con il rischio anche di scivolare, ma il piacere di muovere i propri passi con la colonna sonora del morbido rumore degli scarponi che affondano nella neve è certamente impagabile!
Finalmente vediamo la meta: un rifugio di nuova costruzione che ci ospiterà per il pranzo; per ora serve solo da temporaneo riparo per i nostri zaini dal momento che ci rimettiamo in cammino, se un altro sentiero, per visitare Dasile, altro paese "gemello" di Savogno sia per l'architettura spontanea e costituita per ma maggior parte da murature di pietre a secco sia per il fatto che anche qui non ci sono abitanti. In verità, quando arriviamo, dopo venti minuti di strada, in paese scopriamo che gli abitanti ci sono e non sono "fantasmi" ma "paesani in carne, ossa e... pelo"! Non appena entrati in paese infatti ci danno il benvenuto un gatto e tre asini, unici padroni delle strade innevate e degli stretti vicoli fra le abitazioni, liberi di scorrazzare dove volessero e per nulla intimoriti dalla nostra presenza (sopratutto dopo aver dato loro qualche cosa da mangiare!).
Ci aggiriamo un po' ammirati fra le abitazioni e ci accorgiamo che in realtà, come scopriremo poi anche per Savogno, il paese è "fantasma" solo in certe stagioni l'anno: molte case hanno infissi nuovi e spesso anche i muri sono stati ristrutturati mantenendo esternamente lo stesso aspetto di un tempo ma molto probabilmente rinforzati e livellati internamente; alcune case hanno anche verande chiuse e balconate ricostruite, segno quindi che almeno in estate il paese è meno fantasma di quanto si dica.
Torniamo sui nostri passi rifugiandoci, è proprio il caso di dirlo, nel rifugio di Savogno per riposare un po' le gambe stanche e mangiare qualcosa; il menù prevedere gnocchi di patate con fonduta, polenta con salmì di cervo o di cinghiale, tagliatelle con gli stessi salmì, ma c'è chi comunque sceglie piatti più leggeri (anche se in discesa si deve poi tornare al pullman!) optando per un piatto di affettati e formaggi della valle.
Dopo pranzo, rigenerati anche dal calore della stufa (e da quello dell'immancabile bicchierino di grappa!), passeggiamo liberamente fra le vie del paese ora scoperto dal velo di nebbia che prima lo nascondeva quasi totalmente; come Dasile anche Savogno ha come costante la pietra anche se qui l'architettura si fa spesso più confusa e suggestiva. Balconate in legno coprono come se fossero tetti parti dei piccoli vicoli fra casa e casa, scale scoscese e dai piccoli gradini conducono ai piani superiori di abitazioni che portano le tracce del passare del tempo; grandi focolari anneriti dalla fuliggine fanno bella mostra di sé in stanze illuminate solo da piccole finestre nei muri. I tetti ora coperti da un morbido strato di neve sono anch'essi fatti di ardesia e senza copertura in legno o altro materiale sono sostenuti da una capriata centrale e per il resto da incastro fra una pietra e l'altra; su alcuni, oltre ai comignoli dei camini e delle stufe, fanno capolino anche pannelli solari segno che, come accennato prima, probabilmente in certi momenti dell'anno il paese conta abitanti oltre ai gestori del rifugio.
E' ora di rimettersi in cammino per raggiungere nuovamente il fondovalle; ripercorriamo il sentiero che ci ha portati fino Savogno ma dopo poche centinaia di metri deviamo seguendo un'altra pista. Qui, stranamente, non troviamo neve ed i colori che l'inverno ha lasciato dietro a sé ravvivano con toni gialli e rossi il paesaggio; il sentiero è molto panoramico e segue, scavalcandolo in diversi punti, il fiume che poi formerà la cascata che abbiamo ammirato all'inizio. Ed il tema conduttore della discesa sono proprio le cascate, numerose, insieme alle rapide, lungo il cammino e che spesso vanno a costruire un piccolo bacino naturale dove, d'estate, è certamente possibile immergersi; ora gli unici che hanno il coraggio di provarci sono due pescatori muniti di stivali alti da pesca.
Il sentiero dona anche quel pizzico di avventura alla giornata quando propone l'attraversamento di un ponte di corda sospeso a un quindicina di metri sul torrente; in verità anche qui è arrivata la "modernizzazione" e la corda è stata sostituita da cavi e tiranti d'acciaio, ma grazie alle tavole in legno, sconnesse e con evidenti i segni del tempo, e soprattutto alla classica oscillazione ad ogni passo, l'esperienza è certamente di quelle che si ricordano!
La nostra discesa termina, dopo una lunga scala di metallo necessaria per superare una gola troppo ripida per poterla percorrere in altro modo, ai piedi dell'alta cascata che aveva dato il via, sette ore prima, alla nostra giornata; scopriamo alla sua base un piccolo ghiacciaio dato dalla neve non ancora sciolta e conservato dall'acqua in caduta libera e dalle temperature ancora rigide soprattutto di notte.
Non ci resta che cambiarci gli indumenti inumiditi dalla camminata, salire sul pullman e riprendere la via di casa ripensando ad una giornata tutto sommato nemmeno troppo faticosa e certamente da ripetere! :)

4 commenti in “Savogno, paese fantasma
  1. Avatar commento
    luisa
    25/12/2008 15:31

    spero di andarci in vacanza in questo paradiso! bellissima foto asinello

  2. Avatar commento
    iklgeo poqmjt
    23/07/2007 20:53

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  3. Avatar commento
    Sergio
    23/06/2004 15:18

    Ho in programma il prossimo weekend la gita. Vi farò sapere!

  4. Avatar commento
    laura
    24/03/2004 18:27

    Che bella la fotografia dell'asinello!! :-)

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