Cuba, un paese fuori dal mondo

Cuba, un luogo di incanto e mistero

Siamo due giovani studenti, Laura e Tommaso, e siamo molto fortunati per essere riusciti a fare questo viaggio. L'idea, fin dall'inizio, è stata quella di spostarsi in diversi punti dell'isola -Havana, Trinidad e Vinales- utilizzando le case particular, ovvero di soggiornare nelle case dei cubani che sono riconosciute anche come camere affittabili, piuttosto che negli hotel. Permette di risparmiare qualcosa, ma soprattutto vi avvicinerà davvero alla loro cultura e alla loro cucina. 
16/07 – Ricordo di aver letto in qualche sito che avrei dovuto armarmi di pazienza per le code ai controlli d'immigrazione dell'aeroporto dell'Havana, particolarmente lunghe e stancanti, la nostra, ovviamente, le batte tutte. La ragazza al banco è la più lenta e la nostra fila è immobile rispetto alle altre, ma purtroppo ce ne accorgiamo troppo tardi. Una volta passati i controlli, ritiriamo i bagagli e ci avviamo verso l'uscita aspettandoci un cartello con il nostro nome per raggiungere la casa prenotata tramite il Cubapoint in Italia, con l'obiettivo di non rischiare di essere truffati subito all'atterraggio e non ancora ambientati. Vorrei puntualizzare che l'unico problema che abbiamo riscontrato è stato quello con la casa prenotata tramite Cubapoint. Veniamo accerchiati da gente che urla e propone offerte per taxi o case e fuggiamo per ragionare un attimo. Tommaso va a cambiare i soldi alla cadeca -banco di cambio- (la quale ci permette di cambiare solo 100 cuc) mentre io mi faccio aiutare per contattare la casa prenotata e scopro che non esiste alcuna prenotazione per noi. Già angosciata e fin troppo stanca dal viaggio, raggiungo Tommaso e decidiamo di dare fiducia ad un signore che ci procura “la miglior casa dell'Havana” e un taxi. Arriviamo nella zona del Centro, presso Casa Nuria, e la prima impressione è positiva: la camera è all'ultimo piano con bagno privato, condizionatore e i costi sono gli stessi (35 cuc a notte).
Lasciamo i bagagli in camera e usciamo subito in cerca di un'altra cadeca in quanto è sabato e domani troveremmo tutto chiuso. Sospiriamo per la stanchezza, ma il dovere chiama. Incontriamo un signore che si offre di farci strada verso l'Hotel Nacional (dove riusciamo a cambiare i nostri euro) e, sempre “gentilmente”, ci accompagna a mangiare -senza che nessuno glielo avesse chiesto- al ristorante di sua fiducia dove ci presenta la sua cuenta personale: vuole la cena. La scampiamo con una mancia e ci promettiamo di stare più attenti. Comunque abbiamo gradito il ristorante Imperio, nonostante il prezzo (che non rispetta la media della città), la stanchezza e la poca fame dovuta al jet lag. Corriamo a casa e mettiamo fine alla giornata. Primo impatto con l'Havana: traumatico.

17/07 – Dopo una buona dozzina di ore di sonno, tormentate da dubbi sulla legalità della casa ospitante, poi fortunamente fugati, (sì, è vero, ho svegliato Tommaso alle 5 del mattino esclamando che era tutto illegale) ci alziamo alle 7 più carichi che mai.
Prima tappa: Malecon in direzione Capitolio, purtroppo chiuso per restauro (è una costante dei miei viaggi, sarebbe stato strano rimanerne immuni a Cuba). Passeggiando per le vie, il trauma del primo giorno lascia spazio ad una meravigliosa sorpresa grazie ai colori, i parchi, le auto e la cordialità classica dei cubani. Camminiamo per ore e riusciamo a visitare la maggior parte delle piazze e dei luoghi più caratteristici. Pranziamo in un ristorante dal nome “quasi famigliare” -D'Giovanni- vicino alla Plaza de la Catedral dove assaporiamo un'ottima grigliata di pesce ad un buon prezzo. La tappa successiva prevede un mojito alla celeberrima Bodeguita del Medio che non delude le aspettative: un locale particolare con le innumerevoli foto e scritte sulle pareti a cui fanno da sfondo i ritmi cubani che rendono il sapore del mojito unico. Ci concediamo una pausa in un parco di fronte al Museo de la Revolucion, ma l'ombra non è abbastanza per riprenderci dalla giornata sotto il sole. Decidiamo di approffitare dell'aria condizionata della nostra camera e di uscire per cena. Rinfrescati e rinvigoriti, facciamo una toccata e fuga anche al Floridita in cui gustiamo il famoso daiquiri e poi ci dirigiamo a “Los Nardos”, ristorante di cui ci hanno parlato in molti, vicino al Capitolio. I prezzi moderati (25 cuc in due) hanno trovato una giustificazione nella qualità dei piatti e nel servizio: forse un'ora di coda non ne valeva la pena.

18/07 Oggi andiamo a Trinidad! Ci svegliamo presto per finire di preparare i bagagli e, dopo un'ottima colazione nella casa Everts -amica di Nuria, nella via accanto-, prendiamo il taxi condiviso che la nostra proprietaria di casa ci ha gentilmente trovato. Ci lasciamo alle spalle l'aria pesante dell'Havana -nel senso di inquinamento, non di posto malfamato- sapendo di dover affrontare quattro ore di viaggio, ma non di doverlo affrontare in “compagnia” del taxista, di Evelyn e Javier (i quali non parlano molto, ma sono molto gentili) e di Tommaso che decide di abbandonarmi per un po' di sonno. Soluzione: cuffie nelle orecchie e occhi fuori dal finestrino. Ammiro paesaggi stupendi di pura vegetazione, strade disastrate, carretti trainati da cavalli, camion che trasportano cubani nei cassoni e gente che aspetta sotto il sole cocente in mezzo all'autostrada. Tutto nella norma per una milanese come me, ovviamente. Parentesi degna di nota è il piccolo incidente con un altro taxi, risolto con la pacatezza tipica cubana, sconosciuta in Italia.
Arrivati nella nostra casa a Trinidad, veniamo accolti con succo di mango (buonissimo!) e un'ospitalità eccezionale. Casa di Georgina Zayas ci piace molto e soprattutto non ci aspettavamo che il nostro alloggio fosse l'intera casa adiacente a quella della proprietaria. Per il pranzo ci consigliano un ristorante lì vicino -La Ceiba- formato da una terrazza coperta da un'enorme pianta di carrube. Molto carino. Ce la caviamo con una trentina di cuc in due e poi andiamo a riposarci in vista del pomeriggio alla Playa Ancòn, minacciato da un temporaneo acquazzone caraibico. I colori del mare fanno da cornice perfetta ad un mojito al chiosco in spiaggia e l'acqua rimane calda nonostante l'aria fresca. La sera consumiamo la cena a base di langosta nella casa che ci ospita, deliziosa.

19/07 – Ci svegliamo con il suono degli zoccoli di un cavallo. Siamo forse nel 1800? Con le prime luci del giorno Trinidad è ancora più suggestiva e ci sono pochi cubani in giro che iniziano la giornata lavorativa. Sembra un posto fuori dal mondo, fermo nella sua era. Ci concediamo il succo al mango e saltiamo la colazione (che ci permettono di recuperare all'ora di pranzo) per iniziare subito la camminata per le splendide vie del paese. Piccoli negozi e caffetterie, alcune bancarelle espongono dei souvenir e il tutto con un sottofondo musicale offerto da diversi gruppi di cubani che suonano per strada. E' davvero una città autentica.
All'infotur prenotiamo un'escursione per il giorno seguente a Cayo Blanco, in catamarano con “Marlin Nautica y Marinas”. Tommaso è al settimo cielo. Chiedono 60 cuc e la gita comprende le bevande illimitate, il pranzo e il trasporto (e si intende anche il taxi che viene a prenderci direttamente a casa). Vorremmo anche prenotare il bus tramite Viazul per Vinales ma, non essendoci la possibilità di arrivare all'Havana e partire subito per Vinales nello stesso giorno, ci consigliano un taxi condiviso ad un prezzo praticamente uguale a quello del bus che “ci porterà più velocemente alla nostra prossima tappa”. Il resto del pomeriggio lo passiamo nuovamente a Playa Ancòn, con l'immancabile temporale che ci perseguita. Una vuole andare a Cuba per abbronzarsi, e invece....

20/07 – Alle 7.15 siamo già carichi per la giornata in arrivo, prepariamo le ultime cose da portarci sul catamarano, “piccola” colazione da Georgina (i cubani hanno un'idea distorta delle parole “poco cibo”) ed ecco che arriva il taxi. Alle 9.30, dalla Marina vicino a Playa Ancòn parte la nostra escursione. Siamo solo una ventina di persone e quindi riusciamo a prendere il posto sdraiati al sole per tutto il tragitto (circa un'ora e mezza). Felice come una Pasqua per la tintarella promessa, riesco anche ad avvistare un paio di delfini. Non potrebbe cominciare meglio.
Attracchiamo a Cayo Blanco per motivi tecnici, ma ripartiamo subito verso la barriera corallina: ci aspetta un'oretta di snorkeling, i fondali sono davvero spettacolari. Purtroppo arriva il nostro amico temporale che ci segue fino al molo e ci costringe ad aspettare sotto il tettuccio del catamarano per una decina di minuti. Appena smette corriamo tutti al ristorante per il pranzo a base di paella e verdure. Torna il sole e ci spostiamo tutti in spiaggia. Abbiamo alcune ore libere sul cayo e le trascorriamo tra iguane, paguri giganti, millemila pesci e un mare cristallino. Torniamo a casa sorridenti, stanchi e scottati. La giornata perfetta.

21/07 – Giornata dedicata interamente all'ozio a Playa Ancòn. Il temporale ci grazia e arriva solo alle 17 quando ormai ci stiamo preparando per rientrare con il bus verso casa. Questa spiaggia merita davvero una visita, infatti è una di quelle più frequentate dai cubani e, anche se c'è un grande hotel che vi si affaccia, il paesaggio rimane stupendo.

22/07 – Partiamo alle 9 con il taxi condiviso e troppo ottimisti dopo l'esperienza del viaggio non troppo impegnativo dall'Havana a Trinidad. Scopriamo presto che uno dei compagni di viaggio, seduto sul sedile di dietro con noi, è simpatico e disponibile a elargire informazioni sulle escursioni a Vinales, ma gli piace anche stare molto comodo e così mi ritrovo costretta a stare schiacciata contro Tommaso fino all'Havana. Qui scopriamo inoltre che non è un viaggio diretto, ci fanno scendere sotto ad un cavalcavia dove aspettiamo una buona mezz'ora sul pulmino che ci porterà a Vinales solamente quando sarà completamente carico. Ci sembra un viaggio infinito fino a quando non si apre davanti a noi la magnifica valle di Vinales. Rimaniamo tutti estasiati con lo sguardo fuori dal finestrino.
Ma le disavventure non sono certo finite! Il taxi scarica tutti in centro e porta solo noi alla casa particular...sbagliata. I due signori, nonostante non aspettassero visite, sono gentilissimi, ci fanno accomodare mentre organizzano per farci venire a prendere. Ed eccoci finalmente alla Cabana Dayan Gonzàlez, la quale è bellissima, autonoma, in mezzo al verde e con un patio sul retro. Non poteva andarci meglio. Ci preparano una cena squisita, passiamo la serata a ridere per i versi che emette una capra lì vicino e ci addormentiamo finalmente rilassati.

23/07 – Ci svegliamo con i rumori della natura. Se a Trinidad ci sembrava di essere tornati indietro nel tempo, qui mi sembra di essere in una cascina in campagna. Apro la porta di casa -segnale per farci portare la colazione- e vedo le galline con i loro pulcini razzolare nel giardino. Che meraviglia per noi cittadini.
Passiamo la mattinata a girovagare per il paese e a sbrigare delle commissioni in centro, tra cui prenotare il bus Viazul per l'Havana e le escursioni per Cayo Jutias (15 cuc per persona) e Cayo Levisa (35 cuc per persona) e cambiare i soldi. Dimentichiamo i passaporti e quando torniamo -alle11 spaccate- in centro la banca è già chiusa essendo sabato. Risultato? Pochi soldi fino a lunedì. Ammetto di aver avuto un attimo di panico, ma avendo già pagato tutto e potendo saldare la casa e le cene alla fine del soggiorno, possiamo cavarcela. Sospiro di sollievo. Il pomeriggio lo passiamo a cavallo in giro per la valle di Vinales, abbiamo diverse tappe da fare, ma a causa del diluvio siamo bloccati al “chiringuito” del caffè per almeno un'ora e non sembra voglia smettere. Appena diminuisce, fuggiamo a casa saltando alcuni punti panoramici, purtroppo. Un po' infreddoliti scopriamo che a casa hanno avuto problemi di elettricità, quindi aspettiamo mezz'ora per la tanto agognata doccia calda e ci addormentiamo presto in vista della giornata successiva.

24/07 – Cayo Levisa ci aspetta! Colazione frettolosa e andiamo in centro ad attendere il bus. Poco più di un'ora e siamo al porticciolo dove saliamo a bordo della barca. Dopo un'altra mezzora di pazienza possiamo finalmente scorrazzare dove preferiamo. L'isola è stupenda: acqua cristallina e sabbia finissima bianca. Un sogno. L'escursione comprende il pranzo a buffet e le bevande, oltre chiaramente al trasporto. Facciamo snorkeling nei paraggi della spiaggia, non ci sono scogli e quindi pochi pesci. Ci sono però le stelle marine che sono una più bella dell'altra. Grosse, piccole, rosse, marroncine, arancioni. Che bellezza. Alle 17 torniamo a casa stanchi, abbronzati e felici.

25/07 – Ricordate cosa vi avevo detto delle strade tra l'Havana e Trinidad? Mi rimangio tutto. La stretta e disastrata strada che porta a Cayo Jutias non ha paragoni. Dovevamo metterci un'ora, invece i taxisti sono obbligati a sterzare a destra e a sinistra, fin fuori la strada, per evitare i buchi peggiori, con il risultato di metterci più di un'ora e mezza. Fortunatamente il Cayo è davvero bello come decantato: la sabbia è finissima, bianchissima e l'acqua è trasparentissima anche lontano dalla spiaggia. Nota negativa è la presenza di alcune persone che nella “spiaggia principale” (dove ci sono i ristoranti) buttano immondizia, lattine e scarti di cibo sulla spiaggia o nell'acqua. Uno schifo. Fin dal mattino ci siamo spostati in alcune spiaggette più lontane e, per concludere, al ritorno ci siamo trovati davanti a questo spettacolo orripilante. A mezzogiorno, invece, un signore ci ha portato la langosta grigliata con il riso e il pane per pochi cuc, ma non ditelo a nessuno!! ;)

26/07 – Passiamo la giornata nuovamente a Cayo Jutias, volevamo salutare il mare visto che domani si riparte per l'Havana e siamo agli sgoccioli. Il taxi è tipo camioncino con rimorchio, stipati dietro in sei per un'altra ora e mezza di buche. Rinunciamo anche oggi alla spiaggia delle stelle marine perchè a piedi si è assiduamente attaccati dalle zanzare e in barca si spenderebbe troppo. Troviamo una spiaggetta tutta per noi, costruiamo una tendina con un pareo e foglie secche di palme e passiamo una giornata splendida. La sera usciamo e festeggiamo anche noi la festa nazionale con musica e mojito.

27/07 – Ci svegliamo con calma un po' più tardi del solito e usciamo per andare a cambiare i soldi alla cadeca (cosa che abbiamo cercato di fare sin dal sabato, ma con le feste e le code già dal primo mattino ci è stato impossibile). Dopo due ore di coda la cadeca sta per chiudere e la gente è ancora moltissima. Fortunatamente, da buoni italiani, ci imbuchiamo nella fila grazie ad una famiglia di italiani che cambia anche i nostri soldi, essendo più avanti di noi nella fila. Offriamo loro un caffè per ringraziarli e scambiamo quattro chiacchiere sui diversi viaggi nel mondo. Facciamo incetta di rum e regalini vari, pranziamo e salutiamo la famiglia ospitante. E' ora di tornare all'Havana. Prendiamo il nostro bus e dopo solamente tre ore e mezza arriviamo davanti alla casa Ondina in zona Miramar che è residenziale e tranquilla, una faccia dell'Havana che non ci aspettavamo assolutamente. Più moderna, meno caotica. Quasi non ci sembra di essere all'Havana! Concludiamo la giornata con una cena al “Ciao amico” e un mojito al moderno “Chucheria” in riva al mare.

28/07 – E' ora di salutare Cuba. Il volo fa scalo a Cayo Coco e, essendo di giorno, abbiamo la fortuna di ammirare la bellezza di queste isole dall'oblò. Ci auguriamo che sia solo un arrivederci, lasciamo un pezzo di cuore anche in questa parte di mondo. Ciao e grazie.

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