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Cosa vedere a Cusco: avventura sulle Ande

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Indice

Un viaggio leggendario nel cuore dell’Impero Inca

Immaginate di atterrare in una città dove l’aria è rarefatta, il cielo è di un azzurro così intenso da sembrare dipinto e ogni pietra racconta una storia millenaria. Benvenuti a Cusco, l’antica capitale dell’Impero Inca, una destinazione che non è semplicemente un luogo da visitare, ma un’esperienza fisica ed emotiva che sfida ogni viaggiatore. Situata a oltre 3.400 metri di altitudine nelle Ande peruviane, questa città rappresenta il punto di partenza ideale per chi cerca l’avventura pura, unendo la scoperta archeologica al trekking in alta quota. Quando si pianifica cosa vedere a Cusco, bisogna prepararsi a un itinerario che mette alla prova il fiato e riempie gli occhi di meraviglia, spaziando dai vicoli coloniali costruiti su fondamenta incaiche alle vette innevate che custodiscono lagune turchesi e montagne arcobaleno.

L’atmosfera che si respira appena arrivati è unica: un mix di cultura andina vibrante, misticismo ancestrale e l’energia cosmopolita dei viaggiatori zaino in spalla provenienti da ogni angolo del globo. Cusco non è una città da osservare passivamente; è una città da camminare, da scalare e da vivere con intensità. Per gli amanti dell’avventura, offre molto più della semplice architettura coloniale: è la porta d’accesso alla giungla, alle vette andine e, naturalmente, alla città perduta di Machu Picchu. Tuttavia, limitarsi solo alla cittadella famosa sarebbe un errore imperdonabile, poiché l’intera regione è disseminata di tesori che richiedono spirito di adattamento e voglia di esplorare.

Il cuore pulsante: Plaza de Armas e il centro storico

Ogni avventura a Cusco inizia inevitabilmente dalla Plaza de Armas. Sebbene possa sembrare il classico punto di ritrovo turistico, per chi cerca di capire l’anima della città, questo luogo è fondamentale. Qui, le imponenti chiese coloniali come la Cattedrale e la Chiesa della Compagnia di Gesù si ergono sulle fondamenta di antichi palazzi inca, creando un sincretismo architettonico che non ha eguali al mondo. Ma l’avventura urbana inizia addentrandosi nelle strade laterali. Una delle esperienze più affascinanti è percorrere Calle Hatunrumiyoc, dove si trova la famosa pietra dei dodici angoli. Non è solo un muro; è la testimonianza di una tecnologia costruttiva che ancora oggi sfida la comprensione moderna, capace di resistere a terremoti che hanno raso al suolo le costruzioni spagnole successive. Osservare la perfezione con cui queste enormi pietre sono incastrate senza calce è il primo passo per comprendere la grandezza della civiltà che ha dominato queste montagne.

Proseguendo verso l’alto, le gambe inizieranno a sentire la pendenza e l’altitudine mentre vi dirigete verso il quartiere di San Blas. Questo è il quartiere degli artigiani, un labirinto di stradine ripide, case bianche con porte blu e balconi fioriti. San Blas è il rifugio perfetto per chi cerca un’atmosfera bohémien e un po’ più selvaggia rispetto alla piazza principale. Qui si trovano botteghe dove si lavora ancora l’argento e la ceramica secondo tradizioni antiche. La salita verso il mirador di San Blas è breve ma intensa, e regala una vista panoramica sui tetti di tegole rosse della città che al tramonto si accendono di colori caldi, un momento perfetto per pianificare le escursioni dei giorni successivi.

Le rovine ciclopiche: Sacsayhuamán e dintorni

Se cercate un’avventura a portata di mano, non serve allontanarsi molto dal centro per restare a bocca aperta. A pochi chilometri a nord della città, raggiungibile con una camminata ripida e stimolante o con un breve tragitto in taxi, sorge il complesso di Sacsayhuamán. Definirlo semplicemente una fortezza è riduttivo. Si tratta di un centro cerimoniale dove l’ingegneria inca raggiunge vette inimmaginabili. Blocchi di pietra pesanti tonnellate sono stati trasportati e assemblati con una precisione millimetrica. Camminare tra queste mura ciclopiche fa sentire l’essere umano piccolo e insignificante di fronte alla storia. L’area è vasta e permette di fare lunghe passeggiate esplorative tra i lama che pascolano liberi, offrendo anche una vista spettacolare sulla città sottostante.

Continuando l’esplorazione nei dintorni, si incontrano altri siti archeologici che meritano di essere inclusi nella lista di cosa vedere a Cusco per completare l’esperienza. Qenqo, un labirinto di canali e scalini scavati nella roccia viva, era probabilmente utilizzato per rituali e sacrifici, e conserva un’aura di mistero palpabile. Puca Pucara, la fortezza rossa, offre un esempio di architettura militare e una vista strategica sulla valle, mentre Tambomachay, conosciuto come il bagno dell’Inca, mostra l’abilità idraulica di questo popolo, con fontane che funzionano ancora perfettamente dopo secoli. Visitare questi siti a piedi, collegandoli con un trekking leggero, è un ottimo modo per acclimatarsi all’altitudine prima di affrontare sfide più impegnative.

Avventura pura: La Valle Sacra degli Incas

Nessun viaggio avventuroso a Cusco è completo senza dedicare almeno un paio di giorni alla Valle Sacra. Questa depressione geografica lungo il fiume Urubamba era il granaio dell’impero e oggi offre infinite possibilità per chi ama lo sport e la natura. Una tappa imprescindibile è Pisac. Oltre al suo famoso mercato artigianale, che esplode di colori e tessuti ogni domenica, martedì e giovedì, la vera attrazione per l’avventuriero sono le rovine che sovrastano il villaggio. Il sentiero che sale alle rovine di Pisac è ripido e faticoso, ma attraversa terrazzamenti agricoli spettacolari che sembrano scolpire la montagna stessa. Arrivare in cima, con il vento che soffia forte e la vista che spazia sull’intera valle, è una ricompensa impagabile.

Proseguendo nella valle, si incontra Ollantaytambo, l’unico villaggio inca ancora abitato che conserva l’urbanistica originale. La fortezza che lo domina è stata teatro di una delle poche battaglie vinte dagli Inca contro i conquistadores spagnoli. Salire i suoi gradoni è una sfida fisica notevole, specialmente sotto il sole andino, ma la maestosità del Tempio del Sole in cima ripaga di ogni sforzo. Ollantaytambo è anche il punto nevralgico da cui partono i treni per Machu Picchu, rendendolo un crocevia di viaggiatori ed esploratori.

Per chi cerca emozioni forti, la zona di Maras e Moray offre alternative intriganti. Moray è un sito archeologico unico, composto da terrazzamenti circolari concentrici che fungevano da laboratorio agricolo per sperimentare diverse colture a diverse micro-altitudini. Poco distante, le saline di Maras offrono uno spettacolo visivo surreale: migliaia di pozze di sale bianco incastonate nel fianco marrone della montagna. Il modo migliore per visitare questi due siti e aggiungere un tocco di adrenalina è noleggiare una mountain bike o partecipare a un tour in quad, attraversando i sentieri polverosi dell’altopiano con le vette innevate della catena dell’Urubamba a fare da sfondo.

Trekking estremo: La Montagna Arcobaleno e la Laguna Humantay

Negli ultimi anni, la lista di cosa vedere a Cusco si è arricchita di due destinazioni naturali che sono diventate icone mondiali, ma che richiedono una buona preparazione fisica. La prima è Vinicunca, meglio nota come la Montagna Arcobaleno o Rainbow Mountain. Situata a oltre 5.000 metri di altitudine, questa montagna offre striature di colori incredibili dovute alla composizione minerale del terreno. L’escursione per raggiungerla è una vera prova di resistenza, non tanto per la pendenza, quanto per la carenza di ossigeno. Il paesaggio è lunare, aspro e magnifico. Arrivare al passo e vedere la montagna colorata stagliarsi contro il cielo, spesso con il picco innevato dell’Ausangate alle spalle, è un’esperienza che toglie il respiro, letteralmente e figurativamente.

Un’altra gemma per gli amanti del trekking è la Laguna Humantay. Anche qui l’altitudine gioca un ruolo fondamentale. Il sentiero sale ripido verso uno specchio d’acqua di un turchese glaciale, incastonato ai piedi del ghiacciaio Humantay. La sacralità del luogo è tangibile; molti viaggiatori lasciano piccole offerte di foglie di coca o pietre impilate (apachetas) in segno di rispetto alla Pachamama, la Madre Terra. Questi trekking giornalieri sono faticosi e richiedono di partire da Cusco molto presto al mattino, spesso prima dell’alba, ma rappresentano l’essenza dell’avventura andina: fatica, natura selvaggia e bellezza incontaminata.

Il mito: Machu Picchu

Sarebbe impossibile parlare di Cusco senza menzionare la meta finale di quasi ogni viaggio in Perù: Machu Picchu. Tuttavia, per mantenere lo spirito avventuroso, il consiglio è di evitare il semplice viaggio in treno andata e ritorno in giornata, se possibile. L’esperienza definitiva è raggiungere la cittadella a piedi attraverso l’Inca Trail, un percorso di quattro giorni che attraversa passi montani, foreste pluviali e rovine minori, culminando con l’arrivo alla Porta del Sole all’alba. Se i permessi per l’Inca Trail sono esauriti (vanno prenotati con mesi di anticipo), il Salkantay Trek è una valida alternativa ancora più selvaggia e meno affollata, che porta dai ghiacciai alla giungla in cinque giorni di cammino intenso.

Una volta all’interno del sito archeologico, per chi ha ancora energia nelle gambe, la scalata al Huayna Picchu o alla Montagna Machu Picchu offre prospettive aeree vertiginose sulle rovine. Queste salite sono ripide, con gradini stretti e strapiombi che non sono adatti a chi soffre di vertigini, ma regalano le foto più iconiche e una visione d’insieme della genialità urbanistica inca che è impossibile apprezzare appieno dal basso.

Itinerario di 3 giorni: Avventura e Cultura

Per organizzare al meglio il tempo, ecco una proposta narrativa per un mini itinerario che massimizza l’esperienza senza bisogno di liste schematiche. Il primo giorno dovrebbe essere dedicato all’acclimatamento attivo. Iniziate la mattina presto con una colazione leggera al mercato di San Pedro, immergendovi negli odori e nei sapori locali, per poi esplorare a piedi il centro storico e salire verso San Blas. Nel pomeriggio, prendete un taxi o camminate fino a Sacsayhuamán per godervi il tramonto sulle pietre giganti, rientrando in città a piedi mentre le luci si accendono. Questo permette al corpo di abituarsi all’aria sottile senza sforzi eccessivi.

Il secondo giorno è il momento di alzare il ritmo. Dedicate l’intera giornata alla Valle Sacra. Iniziate con le rovine di Pisac al mattino presto per evitare la folla, poi spostatevi verso le saline di Maras e i laboratori di Moray, magari optando per un’escursione in quad per aggiungere dinamismo. Concludete la giornata a Ollantaytambo, esplorando la fortezza nel tardo pomeriggio quando la luce è dorata e magica. Da qui, potreste prendere il treno serale per Aguas Calientes per essere pronti all’alba successiva, oppure rientrare a Cusco se il vostro piano prevede trekking giornalieri diversi.

Il terzo giorno, se non state visitando Machu Picchu (che richiede una giornata intera a parte), è il momento della grande sfida: la Montagna Arcobaleno o la Laguna Humantay. Entrambe le escursioni richiedono una partenza notturna (intorno alle 3 o 4 del mattino) e occupano l’intera giornata, riportandovi a Cusco nel tardo pomeriggio, esausti ma felici. La sera, celebrate l’impresa con una cena sostanziosa a base di specialità andine.

Cosa mangiare e consigli pratici per l’avventuriero

L’avventura a Cusco passa anche attraverso il palato. La cucina peruviana è rinomata in tutto il mondo e qui sulle Ande assume caratteristiche uniche. Il piatto più iconico e discusso è il Cuy, il porcellino d’India arrosto. Per molti è una sfida culinaria, ma è una prelibatezza locale con una lunga storia. Se preferite qualcosa di meno esotico, la carne di alpaca è eccellente, magra e saporita, spesso servita alla griglia. Non dimenticate di provare il Lomo Saltado, uno stufato di manzo saltato con cipolle, pomodori e patatine fritte, perfetto per recuperare le calorie bruciate durante i trekking. Da bere, la Chicha Morada, una bevanda dolce a base di mais viola, è rinfrescante, mentre il tè di coca è quasi una medicina obbligatoria per combattere il mal di montagna.

Parlando di consigli pratici, il “Soroche” (mal di montagna) è il nemico numero uno. Non sottovalutatelo. Bevete molta acqua, evitate alcol e pasti pesanti il primo giorno e muovetevi lentamente. Molti hotel offrono bombole di ossigeno e tè di coca gratuito. Per quanto riguarda il clima, Cusco ha due stagioni principali: la stagione secca (da maggio a ottobre) e la stagione delle piogge (da novembre ad aprile). Per un viaggio all’insegna dell’avventura e del trekking, la stagione secca è decisamente preferibile, offrendo cieli limpidi e sentieri asciutti, anche se le notti possono essere molto fredde. Se viaggiate nella stagione delle piogge, preparatevi a fango, nuvole basse che possono oscurare i panorami e possibili cancellazioni dei voli, ma godrete di un paesaggio molto più verde e di meno folla.

Un errore comune è voler fare troppo in troppo poco tempo. L’altitudine rallenta i ritmi. Pianificate giorni di cuscinetto e non programmate l’escursione più dura appena scesi dall’aereo. Per quanto riguarda il budget, Cusco offre opzioni per tutte le tasche, ma le esperienze migliori (treni per Machu Picchu, ingressi ai siti, tour guidati di qualità) hanno un costo. Risparmiate sul cibo mangiando nei mercati o nei “menu del dia”, ma investite in attrezzatura tecnica adeguata e in guide esperte per i trekking in alta quota, perché la sicurezza in montagna non è un dettaglio su cui economizzare.

In caso di pioggia battente, la città offre valide alternative culturali al chiuso. Il Museo Inka è un tesoro di reperti che spiegano la storia della regione, mentre il tempio di Coricancha, su cui è stato costruito il convento di Santo Domingo, mostra il contrasto scioccante tra la muratura inca liscia e perfetta e l’architettura coloniale grezza. Visitare il Centro Qosqo de Arte Nativo offre anche l’opportunità di vedere danze tradizionali e costumi colorati, mantenendo vivo il contatto con la cultura locale anche quando il tempo non permette esplorazioni esterne.

Concludendo, decidere cosa vedere a Cusco significa accettare di immergersi in un mondo dove il passato è presente, dove la natura detta legge e dove ogni passo verso l’alto avvicina un po’ di più al cielo. È una città che chiede rispetto e fatica, ma che restituisce emozioni indelebili, trasformando una semplice vacanza in un capitolo epico della propria vita di viaggiatore. Preparate gli scarponi, portate strati di vestiti pesanti e aprite il cuore alla magia delle Ande: l’avventura vi aspetta.

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